Uno studio di rilievo, pubblicato nel mese di agosto 2023 su Science Direct, ha esplorato in profondità il ruolo dei cannabinoidi, specificamente del cannabidiolo (CBD), nel contesto dell'infiammazione e della regolazione immunitaria. L'indagine, intitolata "Cannabidiol acts as molecular switch in innate immune cells to promote the biosynthesis of inflammation-resolving lipid mediators", è stata condotta da un team di ricercatori di spicco, tra cui Lukas K. Peltner, Lars Gluthmann e Friedemann Börner.
Cannabinoidi e Mediatori Lipidici
I cannabinoidi sono fitochimici derivati dalla cannabis noti per le loro azioni anti-infiammatorie nelle cellule immunitarie. Un particolare gruppo di composti, i mediatori lipidici (LM), formati da acidi grassi polinsaturi (PUFA), regolano potente l'immunità e influenzano tutte le fasi dell'infiammazione. Tuttavia, come esattamente i cannabinoidi influenzino la biosintesi dei LM è stato a lungo un mistero.
Il CBD: un Agente Commutatore
Lo studio del 2023 ha rivelato che il CBD agisce come un potente agente di commutazione LM. Esso stimola la produzione di mediatori pro-risolutivi specializzati (SPMs) ma sopprime la biosintesi di eicosanoidi pro-infiammatori. L'analisi dettagliata ha mostrato che il CBD:
- Aumenta la produzione di SPMs stimolata da esotossine nei macrofagi derivati dai monociti umani.
- Sopprime la produzione di leucotrieni mediata dalla 5-lipoossigenasi (LOX).
- Induce fortemente la formazione di prodotti SPM e 12/15-LOX nelle cellule a riposo, attraverso la liberazione di PUFA dipendente dalla fosfolipasi A2 e l'attivazione allosterica, indipendente dal Ca2+, di 15-LOX-1.
Nei test effettuati su modelli murini di peritonite indotta da zimosano, il CBD ha aumentato i prodotti SPM e 12/15-LOX, riducendo contemporaneamente i livelli di eicosanoidi pro-infiammatori. Questa commutazione nella produzione da eicosanoidi a SPM rappresenta una promettente strategia risolutiva dell'infiammazione e fornisce una solida base molecolare per le proprietà anti-infiammatorie del CBD.
Conclusione
Grazie alle ricerche come quella del 2023, stiamo cominciando a comprendere il potenziale del CBD e altri cannabinoidi nel modulare e guidare risposte infiammatorie in direzioni più salutari. Queste rivelazioni potrebbero portare a nuove frontiere nel campo della medicina anti-infiammatoria.